giovedì 25 settembre 2014

IL GRANDE TEMPIO

IL GRANDE TEMPIO
Un edificio polifunzionale, multietnico, multirazziale, come un normale tempio greco o romano, naturalmente aggiornato con tutte le tecniche audiovisive, di comunicazione, di interpretazione, di credo, di possibilità di intervenire come singolo, non solo della comunità religiosa di appartenenza, ma di essere umano provvisto di libero arbitrio, applicabile al proprio intervento in una comunità multietnica, multirazziale, multi religiosa, multi sociale. Insomma un uomo libero tra uomini liberi che hanno scelto come punto di partenza un denominatore unico: la tolleranza. Oggi parlare di tolleranza religiosa è difficile a tal punto che neanche noi ce la sentiamo di affrontare questo atavico argomento. La superstizione, oltre che religione crea momenti di forte diffidenza tra gli esseri umani che, peraltro, hanno molte doti in comune. Il Grande Tempio non è una utopia o un qualcosa che cozzi contro le convinzioni religiose attuali. Nel grande tempio possono trovare posto tutti gli uomini di buona volontà e fede genuina atta a portare avanti il progetti in questione. Iddio è unico ma è stato interpretato in varie maniere e di poi modificato  in varie sottospecie a proprio piacimento ed a propria convenienza. Sia ben chiaro che chi scrive è un semplice cattolico, operante da anni nel sociale per fare capire meglio il concetto ma anche, per la verità, per capire meglio egli stesso il nesso ed il senso dell’elaborato in oggetto. A questo punto bisogna parlare di religioni diverse, credenze diverse, divinità diverse esse stesse. Certamente per uno come me, acculturato medio in argomento ( sebbene provvisto di laurea, diplomi e titoli vari più o meno obiettivi e validi) il discorso diventa difficile. Ma è giusto che sia così: costruttivo e non certamente distruttivo. Una terribile frase “discriminazione razziale” oppure “discriminazione religiosa” ci fanno sprofondare nel Medio Evo. A questo punto qualche lettore potrà obiettare che siamo eretici. Ma il discorso principale ci porta a scaricare l’indottrinamento, il fanatismo, il bigottismo. L’uomo qualunque deve avere un rapporto diverso con la divinità. Dio è Dio e su questo non si discute. Ma studiamo prima il rapporto uomo-Dio per discernere e catalogare i risultati. Il rapporto sociale, inoltre va messo in primaria discussione. Nel grande tempio ci sta spazio per tutti. Il bigottismo, inoltre porta su sentieri scoscesi con la possibilità di cadere in un dirupo da un momento all’altro. L’interpretazione delle Sacre Scritture  porta alla retta via di cristiani. Allo stesso punto si può giungere con altri percorsi che sono dissimili dai precedenti sopracitati ma che presentano lo stesso traguardo…
Catello Nastro

IL GRANDE TEMPIO

IL GRANDE TEMPIO
Un edificio polifunzionale, multietnico, multirazziale, come un normale tempio greco o romano, naturalmente aggiornato con tutte le tecniche audiovisive, di comunicazione, di interpretazione, di credo, di possibilità di intervenire come singolo, non solo della comunità religiosa di appartenenza, ma di essere umano provvisto di libero arbitrio, applicabile al proprio intervento in una comunità multietnica, multirazziale, multi religiosa, multi sociale. Insomma un uomo libero tra uomini liberi che hanno scelto come punto di partenza un denominatore unico: la tolleranza. Oggi parlare di tolleranza religiosa è difficile a tal punto che neanche noi ce la sentiamo di affrontare questo atavico argomento. La superstizione, oltre che religione crea momenti di forte diffidenza tra gli esseri umani che, peraltro, hanno molte doti in comune. Il Grande Tempio non è una utopia o un qualcosa che cozzi contro le convinzioni religiose attuali. Nel grande tempio possono trovare posto tutti gli uomini di buona volontà e fede genuina atta a portare avanti il progetti in questione. Iddio è unico ma è stato interpretato in varie maniere e di poi modificato  in varie sottospecie a proprio piacimento ed a propria convenienza. Sia ben chiaro che chi scrive è un semplice cattolico, operante da anni nel sociale per fare capire meglio il concetto ma anche, per la verità, per capire meglio egli stesso il nesso ed il senso dell’elaborato in oggetto. A questo punto bisogna parlare di religioni diverse, credenze diverse, divinità diverse esse stesse. Certamente per uno come me, acculturato medio in argomento ( sebbene provvisto di laurea, diplomi e titoli vari più o meno obiettivi e validi) il discorso diventa difficile. Ma è giusto che sia così: costruttivo e non certamente distruttivo. Una terribile frase “discriminazione razziale” oppure “discriminazione religiosa” ci fanno sprofondare nel Medio Evo. A questo punto qualche lettore potrà obiettare che siamo eretici. Ma il discorso principale ci porta a scaricare l’indottrinamento, il fanatismo, il bigottismo. L’uomo qualunque deve avere un rapporto diverso con la divinità. Dio è Dio e su questo non si discute. Ma studiamo prima il rapporto uomo-Dio per discernere e catalogare i risultati. Il rapporto sociale, inoltre va messo in primaria discussione. Nel grande tempio ci sta spazio per tutti. Il bigottismo, inoltre porta su sentieri scoscesi con la possibilità di cadere in un dirupo da un momento all’altro. L’interpretazione delle Sacre Scritture  porta alla retta via di cristiani. Allo stesso punto si può giungere con altri percorsi che sono dissimili dai precedenti sopracitati ma che presentano lo stesso traguardo…
Catello Nastro

sabato 6 settembre 2014

microcosmo e macrocosmo

MICROCOSMO E MACROCOSMO

Il piccolo ed il grande.  Il mondo virtuale nel quale viviamo ed operiamo quotidianamente, sia come piccoli imprenditori, sia come dirigenti di alto rango. Pensate ad un nostro compaesano cilentano che, arrivato all’aeroporto più grande del mondo viene fermato dalla polizia aeroportuale perché il suo passaporto e la sua carta di identità, avevano il numero inferiore a cinquecento. Certamente non era colpa sua se era nato a Serramezzana, un bel paesino del Cilento che conta meno di cinquecento abitanti. La polizia lo portò del comandante dell’aeroporto che era Italiano e per di più della Campania, che spiegò che quello era un paese di meno di cinquecento anime  e quindi il tizio venne rilasciato. Un cittadino qualsiasi, fruitore di un viaggio negli Stati Uniti per incontrare dei parenti  e che viene identificato come un clandestino o addirittura come un potenziale criminale, di ordine camorristico o mafioso e comunque un immigrato irregolare. Chiarito il tutto il tale rientra nella normale collettività, visitando parenti, amici e compaesani. Ognuno si noi, anche se in minima parte, rappresenta come microcosmo una parte dell’immenso macrocosmo. Estendiamo ora il concetto al rapporto personale, intimo, composto da soli due esseri umani che, magari, si amano pure. Essi, ignoti amanti, figurano come microcosmo nel macrocosmo. Non parliamo di razze, religione, cultura, vita sociale diversa, perché il presupposto è che tutti gli esseri umani sono uguali, sebbene con varianti che riguardano l’età, il credo religioso e politico, la condizione sociale, il reddito il grado di cultura, sia scolastico che di autoapprendimento. Gli abitatori del nostro pianeta sono milioni : di varie razze, varie religioni, vari credo politico, varie nazionalità, vari condizioni sociale. Ci sono i benefattori ed i malfattori. Quale sia la supremazia non è oggetto del nostro studio. Fatto sta che entrambi sono operativi. Dal punto di vista politico-sociale e dal punto di vista morale e religioso. Non è nostra intenzione addentrarsi nel piano sociologico, morale, civile e politico, ma gettare solamente un momento di riflessione. Quando si esalta il proprio cane di razza con tanto di pedigrée e si molla un calcio in culo al povero bastardo che cerca di socializzare caninamente, non di può parlare di amore verso il cane e verso gli animali in genere. A questo punto dovremmo iniziare un discorso che dal cane  porta all’uomo. Oggi tra il cane ben educato e l’uomo ben educato si instaura un rapporto sociale molto positivo. Li chiamano animali da compagnia e come compagni dovrebbero essere trattati. Notare che dei cani siano maltrattati è orribile, come pure è orribile notare come degli esseri umani, siano trattati alla stregua delle peggiori bestie. Oggi viviamo in una società multietnica e multirazziale. Oltre a parlare di razza, religione, lingua, usi e costumi, comportamenti sociali e così via… Solo col dialogo e non con le bombe possiamo risolvere i problemi del mondo che stiamo vivendo come cittadini del mondo. Al di sopra della politica, della religione, della collocazione geografica, della condizione sociale. Solo abolendo certi schemi atavici e sostituendoli con altri  socialmente aggiornati, possiamo guardare ad un futuro migliore. Non solo per noi ma anche per quelli che verranno dopo di noi. Lasciamo ai nostri figli qualche euro in meno in banca, ma una nuova visione della vita che tiene al primo posto la solidarietà. Buona vita a tutti…

Da: agropolicultura.blogspot.com

Catello Nastro