domenica 5 ottobre 2014

CAMORRA COSMICA
Fino ad oggi per camorra si intendeva la malavita nel napoletano. Premetto che non è mia intenzione quantificare, giudicare o analizzare detto malavitoso evento sociale,, ma rilevare la diffusione di questo fenomeno in quasi tutto il pianeta terra. Qualcuno, a questo punto, potrà obiettare che forse sarebbe stato meglio intitolare il presente scritto “malavita cosmica”, ma io, che sono di origini napoletane, pur avendo assorbito una cultura piemontese, per avere operato per alcuni anni a Torino, quasi seconda patria, penso che la camorra da napoletana sia diventata mondiale. Una differenza, però, ci sta! L’antica camorra napoletana aveva il suo codice d’onore, pur operando nella piena illegalità, sebbene con delle regole che, in un processo storico, consentivano alla medesima le cosiddette “attenuanti generiche.” Il rispetto per le donne ed i bambini, ad esempio, che rappresentavano, ieri come oggi. le categorie più indifese  e più facili da raggiungere. Oggi le regole morali non esistono più. I crimini sono aumentati e molto spesso le vittime sono donne e bambini. Leggevo tempo addietro che i malavitosi della Birmania si erano appropriati dei terreni in prossimità del mare di contadini per i quali un piccolo raccolto costituiva un minimo reddito atto a sfamare una famiglia col minimo indispensabile. Per sopravvivere le mamme facevano prostituire le figlie in età scolare ma maniaci pedofili che nessun dio potrà assolvere. La corsa al petrolio ed allo sfruttamento del sottosuolo. Proprio l’altra sera ho seguito per TV la vita degli emigranti italiani in Belgio, dopo il secondo conflitto mondiale, nelle miniere di carbone a parecchi metri di profondità: Molti non sono tornati. Molti sono rimasti sotto le macerie a causa di smottamenti di terreno a centinaia di metri di profondità. Oggi la camorra non è più napoletana, ma russa, cinese, africana, ecc. L’arricchimento materiale si è internazionalizzato con illeciti profitti all’ordine di milioni di euro. Basta leggere i giornali per seguire le terribili vicende degli emigranti dall’Africa e dal Medio Oriente verso la Sicilia. Zona di smistamento per questi poveri disgraziati per lo più sfruttati e spesso ingannati. Li chiamano “vittime del mare” ma sono solo vittime della malavita organizzata di taluni paesi del Mediterraneo i cui governi spesso chiudono un occhio, spesso tutti e due. Sono, come ho detto di origini napoletane e ne vado orgoglioso. Ho guidato l’auto ed il furgone per molti anni. Adesso che sono arrivato (fortunatamente) ai tre quarti di secolo, non guido più: non per paura verso la mia vita, ma per il terrore di investire un bambino. E’ logico che a nessuno “piace far passare la mosca sotto il naso”. Ma tanti  incidenti potrebbero essere evitati, molte vite salvate. Basterebbe il buon senso e lo spirito cristiano. Anche questa è cultura, civiltà, emancipazione, progresso, coscienza.


Catello Nastro