sabato 10 gennaio 2015

Vierno

VIERNO…

“Vierno: che friddo dint’à ‘stu core, e sule tu, tu me sai da’ calore…”… Sembra l’inizio di un cartello pubblicitario per un tipo di stufa. Non importa se a gas metano, a legna o a pellet o elettrica per quelle più piccole, che si possono facilmente trasportare dallo studio al bagno e viceversa. Le mie demenziali imprese precoliardiche, mi spingevano, ogni anno, nel mese di settembre ottobre, naturalmente, far coincidere il primo giorno dell’anno scolastico con l’ultimo bagno della stagione oramai conclusa. Quasi un rito si doveva compiere annualmente e nel primo giorno del mese: lavorativo, naturalmente, altrimenti se ne parlava il lunedì seguente. Appuntamento al famoso Bar Nazionale e di poi tutti in fila per la bellissima spiaggia di Trentova che ancora oggi rappresenta il meglio della costa del Cilento. Nudi come vermi ci presentavamo al dio Nettuno ed i giochi e gli scherzi duravano fino all’ora di pranzo, quando raccoglievamo i vestiti, ci infilavamo i costumi da bagno e con canti mezzo storpiati ci ritiravamo a casa all’ora di pranzo. Naturalmente a tavola si mangiava di più perché di calorie ne avevamo consumato in quantità. A dire la verità, questa spedizione scolastica, balneare.  “filonistica” durò per alcuni anni. Quando arrivammo all’Università “Federico II°” di Napoli questa “tradizione” venne abbandonata anche perché iscritti in facoltà diverse. Da quella generazione vennero fuori anche uomini importanti nelle vari professioni. Chirurghi ed avvocati illustri. Ed anche qualche professore ben sponsorizzato dalla famiglia. Personalmente, gli studi ed i libri all’università li ho pagati col frutto del mio lavoro nel caseificio paterno. Tenga conto il lettore che stiamo parlando di quasi mezzo secolo fa, quando le carrozze di seconda classe delle ferrovie dello Stato avevano i sedili di legno. Perché queste rievocazioni??? Prima, per fare un viaggio a ritroso nel tempo, secondo per ricordare la giovinezza ora trasformata dal tempo e dagli acciacchi in vecchiaia, terzo per ringraziare il Signore del bellissimo dono della vita. Forse avrei potuto fare di meglio. Ma sono contento così. Il tempo della goliardia, terminato nel fatidico ’68 è stato il più movimentato, ma anche il più avventuroso della mia vita. Naturalmente non entro nei particolari per la legge sulla privacy!!! Buona vita a tutti i miei lettori!!!


Catello Nastro

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