domenica 8 febbraio 2015

Cilentani oggi

CILENTANI  DOC



Con la globalizzazione anche il Cilentano doc diminuisce di numero nel proprio territorio. Premettiamo che nessuno se n’è accorto. Anche su Facebook è stato creata una pagina dedicata ai cilentani. Ma per essere Cilentani  doc bisogna avere il pedigri o l’albero genealogico  che  riporta ai Borboni o alla tramontata baronìa  nel territorio? Ma oggi si parla di cittadini del mondo  e non più di etnie integrate coi villeggianti napoletani, con gli stranieri, con coloro, meno abbienti, che fanno il mordi e fuggi durante l’estate ed in piccola parte a Natale, Pasqua  ed anche nella cosiddetta bassa stagione (maggio – giugno, settembre - ottobre, le vacanze di Pasqua e di Natale). Riferendoci al nostro paese, Agropoli, possiamo senza dubbio affermare che ci troviamo in un territorio, il Cilento, appunto, multietnico e multirazziale. Sia ben chiaro che questo costituisce un arricchimento non solo materiale, ma anche spirituale. Il rispetto delle regole civili, i matrimoni  con razze diverse, religioni diverse e colore della pelle costituiscono un fenomeno altamente positivo, con una pacifica convivenza ed anche con matrimoni tra cittadini di Agropoli e cittadini del mondo. Nella scuola dei miei nipotini ci sono bambini di paesi diversi che si integrano in maniera straordinaria nel mondo dell’apprendimento, scolastico e lavorativo. Cioè gli extracomunitari del Cilento, ma anche gli altri che hanno la sfortuna di imbroccare strade sbagliate che spesso li conduce alla violenza, alle armi, al carcere o addirittura al cimitero. Finora ho parlato della parte migliore della nostra società includendo tutti i protagonisti, dal più piccolo al più  grande. A questo punto dovremmo tirare in ballo la parola “solidarietà”. Non mi ritengo uno scrittore aulico perché sono cresciuto nell’università della strada prima di iscrivermi all’Università di Napoli e poi a quella di Torino.Qui ho maturato la mia mentalità culturale, ma anche imprenditoriale per creare per i miei figli la “Nastro Antichità” nella quale, tra l’altro lavora certamente più sobrio ma accettabile un tunisino, persona seria e ben degna che ha contribuito al mio ed al suo progresso, a quello della mia famiglia e della sua, naturalmente. La recente crisi economica ha assopito gli antichi entusiasmi imponendo di lavorare “solo per la pagnotta”. Sono ottimista. Passata la tempesta si ritornerà ad un ritmo di vita più sobrio, ma certamente più giusto.


Catello Nastro

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