giovedì 9 maggio 2013

COMMEMORAZIONE


4 MAGGIO 2013  NEI SALONI
DEL CENTRO SOCIALE DI AGROPOLI

COMMEMORAZIONE
DI DUE ANZIANI SCOMPARSI:
GIULIO MARGIOTTA E LUIGI ACERBO
Sabato 4 maggio 2013, nel salone d’ingresso del Centro Sociale Polivalente, in piazza Mons. Merola, vicino al municipio di Agropoli, cerimonia di commemorazione di due amici anziani recentemente scomparsi: Giulio Margiotta, vigile urbano e Luigi Acerbo, ex falegname. Nel salone affollato di anziani e giovani, colleghi o parenti dei defunti, si è tenuta una cerimonia semplice ma originale e commovente, il cui contenuto cristiano è stato più volte ribadito dai relatori che si sono susseguiti.
Lorenzo Barone, Presidente del CSP di Agropoli
Dora Capaldo, vice presidente del CSP di Agropoli
Antonio Infante, Presidente della Libera Università di lettere, musica, arte e cultura del Cilento, onlus
Catello Nastro, poeta, scrittore.
RIportiamo di seguito i vari interventi.

DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CSP
LORENZO BARONE

Quale Presidente in carica di questo Centro Sociale per Anziani e Disabili, mi permetto annotare che questa è la seconda cerimonia del genere organizzata dal nostro staff.  Non vogliamo citare ricchi e famosi, perché a costoro ci pensa la TV, ma portare alla memoria dei presenti, uomini semplici, umili, vissuti nella famiglia e per la famiglia. Nel lavoro e per il lavoro. Questi sono i veri valori cristiani che noi della terza età condividiamo e cerchiamo di tramandare ai nostri figli e  nipoti. La società è quella che voi tutti conoscete. Falsi idoli, falsi personaggi del mondo della politica, della grossa finanza, dello spettacolo e della TV, una pubblicità spesso ingannevole fatta solo per soddisfare il dio denaro. Si, anche il denaro è necessario, ma togliere il pane di bocca ad un bambino che ha fame per comperare un lussuosa villa o un’auto di grossa cilindrata è un grosso crimine. Uno dei crimini più atroci. Il mondo dei pensionati è noto a voi tutti, perché voi ne siete protagonisti. Ma vivere in amicizia, in una comunità che condivide gioie e dolori, significa innanzitutto combattere la solitudine. Nessun anziano che vive in solitudine viene rifiutato da questo centro di amici. La cerimonia, semplice di questa sera vuole proprio dimostrare che noi dobbiamo conservare i valori dei nostri avi e riproporli alle nuove generazioni. Questa serata è dedicata a due amici scomparsi che si ritrovano in Paradiso e questa sera rivivono nella nostra comunità attraverso i versi in dialetto napoletano del nostro socio Catello Nastro. Cedo la parola al professore Antonio Infante, Presidente della Libera Università del Cilento che ci illustrerà il significato di questa commemorazione.  

Intervento di Antonio Infante

Gli amici anziani recentemente scomparsi, Giulio Margiotta e  Luigi Acerbo, meritano, questa sera, di essere da noi tutti ricordati con affetto, stima, amicizia ed  amore cristiano. Non erano uomini ricchi e potenti, ma gente semplici, oneste, attaccate alla famiglia, sempre cordiali verso tutti ed in particolare modo verso i coetanei,perché capivano quali potevano essere gli anziani che vivevano in solitudine e cercavano di comunicare  nella chiacchierata al Centro Sociale oppure in piazza dove si parlava del più e del meno. Della recessione, del calcio con tifosi magari di altre squadre, di offerte speciali nei supermercati. Non si parlava certamente di economia internazionale o gossip politico. A questi due amici scomparsi abbiamo voluto dedicare uno spazio della gestione delle nostre attività perché essi rappresentano una vita semplice vissuta nella famiglia e nel lavoro, nella società della terza età ed anche, lasciatemelo dire, in periodo di recessione. Non  una medaglia d’oro, quindi – anche perchè le nostre casse non lo consentivano, ma una pergamena con cornice ed una poesia scritta da un nostro coetaneo, Catello Nastro, che verrà declamata dal fine dicitore Leonardo Fiordilino, amico semplice, ma  anziano di grosso spessore culturale. Alla fine della lettura i quadri verranno offerti in omaggio alle vedove dei due nostri amici commemorati questa sera.  Si tratta senza dubbio di documenti di scarso valore materiale, ma di grande valore morale e cristiano. Catello Nastro ha voluto ribadire in versi ed in dialetto napoletano il vecchio versetto: “.   Cedo la parola all’amico Leonardo Fiordilino che declamerà la poesia incorniciata, in duplice copia a ricordo di due grandi amici scomparsi. Prego tutti di ascoltare in religioso silenzio…Mi auguro che questo simbolico ma meritato ricordo venga conservato dai discendenti, appeso alle pareti di casa a perenne ricordo di due amici umili, modesti, ma che hanno sempre mantenuto alti i valori civili e morali del Cilentano, attraverso il proprio dovere, verso la famiglia e la società, attraverso i valori cristiani e sociali  che in tale maniera verranno maggiormente ricordati attraverso i secoli anche alle future generazioni.  Vi prego di ascoltare in religioso silenzio questo incontro tra due anime semplici in Paradiso, che sembrano quasi rivivere nell’emozione del ricordo. Questi sono i veri valori della Fede, dell’amore cristiano, portati avanti da Papa Francesco,della famiglia.  Prego amico Leonardo. A te la parola…(N.B. l’amico Fiordilino non ha potuto leggere, a causa della tosse, la poesia che è stata declamata dallo stesso autore)


Intervento del vicepresidente
del CSP Signora Dora Capaldo
Quanto mai estemporaneo e ricco di contenuti, l’intervento della signora Dora Capaldo, vice presidente del Sodalizio cilentano, che ha ricordato, con una carrellata nel tempo, usi e costumi oramai scomparsi, di quando Agropoli viveva una realtà forse più povera, ma certamente più ricca spiritualmente. Stiamo parlando di ricordi che hanno più di mezzo secolo.  Pure in periodo di ristrettezze economiche, che oggi chiamano recessione, si viveva in maniera più sana ed umana. I vicini di casa si aiutavano tra di loro secondo le loro possibilità. La vita aveva ritmi diversi da quelli di oggi, fino a quando il centro storico venne invaso durante il secondo conflitto mondiale. Testimonianze prese dalla vita vissuta e tramandate ai posteri come esempio di onestà, solidarietà, amicizia.

La poesia di Catello Nastro
DDUJE AMICI ‘MPARAVISO

Pure a Luiggio, ricette ‘o Pataterno,
“r’oppa tant’anne fatt’à vedè
ca’ te stong’aspettanno.”
Quanno fu arrivato ‘o mumento suoio,
Luiggio mettette in moto l’aparella,
e se ne jette all’atu munno
p’assapurà ‘na vita bella.
Quanno s’appresentao
annanz’a porta r’o Paraviso,
sede ultima e tutt’è l’umane auneste,
se trovao di fronte ‘nu vigile urbano.
Era Giulio ch’à pochi misi prestao servizio,
pe’ fa trase ‘Mbaraviso
tutte chilli ch’avevano campato
p’a vita umana, onestamente,
 a chi li stemnneva ‘a mano.
“Songo    Luiggio, te so’ stato amico,
e mo’ ca pur’io me trovo Mabaraviso,
nun saccio addo’ i’ accà o allà.
“Lui’, tu può ttrase,
ma l’Angele hanna cuntrullà
cumme acca’ si arrivato.
Accà se po’ trase sulamente in base ‘a cilindrata.
“ Maronna mia, io so’ venuto cu’ ‘nu tre rrote,
ovverossia cu’n’aparella!”
“Nun te preoccupà, pecché tutte
chille ch’arrivano ca’ Porsche o a Maserati,
‘o Pataterno è mannne  a ll’atu lato.
Chille ca’ s’ appresentena cu’ ‘na macchina vecchia
arrezzunuta o mezza scassata,
ponno parcheggià ‘Mparaviso senza pava’  ‘a mesata.
Tu ca’ ti si apprisintato cu’ nu tre rrote,
cioè cu’ ‘na vecchia aparella,
certamente accà te tocca
‘na seconda vita bella.
Chiammate l’Angele, chiammate e Cherurrini,
ca’ è arrivata proprio stammatina
‘n’anema overamente bella:
s’è apprisintata cu’ nu tre rrote:
cu’’na vecchia aparella.
E mentre Luiggio steve trasenne
pe’ porte d’ò Paraviso,
s’appresentao Rabbiele cù ‘nu surriso.
Cantate Angele, sunate Cherubbini,
ca’ s’è apprisentato stammatina
n’anema bella, ‘ngoppa a ‘nu tre rrote,
ovverossia ‘na vecchia aparella.
E tu Giulio, ca’ si stato amico
è bbuono cristiano, fallo trasì,
ca’ pure accà si viggile urbano:
allicardate ca’ accà hara fa trasì
sulamente ‘e brave cristiane.
Chille ch’hanno campato ‘nguolll’e ll’ati,
mannale addò Lucifero chianu chianu,
ch’è sta aspettà cu’ nu’ furcone mmano!!!

Catello Nastro

P.S. E’ più facile che un cammello passi dalla
cruna di un ago, che un ricco vada in Paradiso.

Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com



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