venerdì 25 aprile 2014

INNO ALL'AMORE

INNO ALL’AMORE

E’ un poco come l’Inno Nazionale. Quello che penso tutti voi conoscete. Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, eccetera eccetera. Prima l’orgoglio di essere umano sul vero e proprio senso della parola, secondo l’appartenenza ad ideali patriottici  in continua evoluzione in maniera da diventare il credo dei popoli civili della terra. Terzo l’appartenenza alla comunità recente, quella in corso, in parole povere, pur avendo raggiunto la terza età che, a mio avviso conferma gli ideali politici, o quanto meno presunti tali. Oggi ci troviamo in una grossa confusione politica. E se i problemi di casa nostra sono facilmente e pacificamente risolvibili, quelli della altre nazioni, appartenenti al pianeta terra, presentano spesso problemi frutto di rigurgiti politici e dittatoriale che noi, nati durante la seconda guerra mondiale ben conosciamo. Sia ben chiaro – ma il lettore attento ed oculato delle mie esternazioni senili – avrà già compreso forse perché avvezzo alla lettura dei miei pensieri estemporanei nei quali sovente è difficile trovare la testa e la coda. Forse il mio pensiero libero sarà pure libertino, ma la chiave d’ingresso rimane sempre la medesima. Ebbene, io sono convinto che l’amore è una forza costruttiva nella vita dell’uomo, l’odio è una forza distruttiva e oltrepassa, in molti casi il processo costruttivo di civiltà, marcandolo e contaminandolo come un “virus” di informatica conoscenza. Ogni composizione, poetica, letteraria, saggistica o opinionista, ha il suo peso in questa vicenda virtuale ed informatica. Varie orchestre con vari strumenti e strumentisti, in vari teatri del pianeta, eseguono il concerto alla vita. Si tratta, nella maggior parte dei casi di un’opera prima, presentata al mondo informatico in una maniera semplice, schietta ed originale, una maniera da gustare appieno tutto il concerto eseguito da strumentisti più  o meno bravi. E’ ovvio che il concerto non ha altri scopi de non quelli di affratellamento dei popoli di religione, razza, provenienza geografica e credo religioso diverso, di fratellanza cosmica, di amore universale. A questo punto bisognerebbe parlare di amore come forza costruttrice della civiltà e di odio, sotto qualsiasi forma, come forza distruttrice. Sta a noi fare un’equa valutazione e scegliere la frontiera da difendere.  Quindi entra in ballo il direttore d’orchestra massimo, Dio, e l’esecutore della sua volontà cristiana, mediocre esecutore della sua volontà, lo scrittore, e più nella fattispecie l’esecutore d questo scritto, cioè lo  scrivente, normale esecutore delle volontà, dei dettami e delle regole civili a cui viene sottoposto per diffonderle. Su supporto cartaceo era più difficile, ma oggi, col mezzo informatico riesce più semplice, più facile ed anche più economico, presentare al pubblico dei lettori, le proprie esternazioni.  Comunicare, a mio avviso è importante, anche attraverso i canali della nuova tecnologia informatica. Sia ben chiaro che anche di questo nuovo processo tecnologico se ne può fare uso cattivo o buono.  Il nostro rientra senza dubbio nella seconda categoria. Proprio perché l’unico interesse in ballo è avulso da sotterfugi politico-sociali e religiosi.  Dopo questa ampia premessa, interrotta alla seconda pagina di un libro ben più voluminoso, lasciamo ai lettori la soluzione, il commento,  il dibattito.


Catello Nastro 

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