lunedì 7 aprile 2014

STRANIERI, IMMIGRATI, PROFUGHI

STRANIERI, IMMIGRATI, PROFUGHI

Sono tre vocaboli che bisognerebbe eliminare da tutti i dizionari, di qualsiasi lingua, di qualsiasi nazione, di qualsiasi religione, di qualsiasi provenienza geografica. In una società multietnica e multirazziale significa che già enormi passi sono stati compiuti. A dire la verità, naturalmente, senza pressioni politiche, di razza, di colore della pelle, di credo religioso. Una società multietnica e multirazziale che cerca spazio e lascia spazio ad una visione cosmica del creato. Il rispetto per le usanze e le tradizioni, il credo politico e religioso, talvolta possono rappresentare un elemento importante nell’integrazione tra i popoli della terra. Sia ben chiaro che la cultura, la vera fede religiosa, qualunque sia, applicata secondo le sue regole originali può contribuire al miglioramento del rapporto multietnico e multirazziale. Analizzando la storia degli emigranti italiani nelle fabbriche americane o nelle miniere del Belgio, a forza di cose ci sovviene la nostra emigrazione interna. Anche lo scrivente, dopo la laurea in lettere, dovette emigrare in Piemonte e, vi posso assicurare, fece onore al paese d’origine. Altri emigranti sono stati meno fortunati. In tempo di globalizzazione, il fenomeno diventa mondiale. L’esportazione di personale altamente qualificato, oggi, fa onore alla nostra nazione. I nuovi immigrati provenienti dall’Africa e dall’Asia, spesso da paesi con turbolenze intestine, si adeguano facilmente nel territorio italiano nell’agricoltura e nell’artigianato. Ma le menti straniere “eccellenti” hanno anche possibilità di emergere e primeggiare nei vari settori. Sia ben chiaro che in tale campo regna ancora un caos che non permette  un equo utilizzo di menti e mano d’opera con capacità innovative. E poi non è detto che la diversità porti ad una crisi dello stato. Manovalanza e menti nuove possono risultare positive per il progresso dello stato ospitante. Anche i matrimoni di coppie di colore della pelle diversa rappresentano per il popolo una ricchezza ed una grossa apertura mentale, e non certamente un succube declino di una civiltà leader a livelli internazionali in ogni forma espressiva ed evoluzione sociale.


Catello Nastro

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