martedì 29 luglio 2014

LA FABBRICA DEL TURISMO

LA FABBRICA DEL TURISMO

Le aziende che vivono di turismo, sono molteplici, scaglionate nei più svariati settori dell’accoglienza vacanziera. Nel nostro studio ci limiteremo al Cilento, in provincia di Salerno, che annovera ben tre cittadine a dir poco straordinarie nell’accoglienza turistica estiva. Parliamo di AGROPOLI, PAESTUM e CASTELLABATE. Naturalmente accanto a questa triade di cittadine ricche di storia e di bellezze naturali, se ne aggiungono altre in continua evoluzione per offrire al turista, stabile per tutta la stagione estiva, una occasione di vacanze diverse ricche di eventi artistici e culturali tali da soddisfare tutta l’utenza, in maniera tale che il medesimo si prenota anche per l’anno prossimo. A questo punto bisogna parlare di industria turistica sul vero e proprio senso della parola. Tale industria non soddisfa solamente il turista occasionale, ma ha la capacità di inserirlo nel contesto socio-culturale, turistico - alberghiero, storico – culturale, eno – gastronomico, nella vita quotidiana, quindi della cittadina che l’ospita. Il 21 ottobre del lontano 1951, ancora ragazzino, anche io giunsi nel Cilento, ad Agropoli, sul lungomare S.Marco, con la mia famiglia di lavoratori che si inserirono subito nel contesto sociale fondando il primo caseificio di Agropoli. Allora, ricordo, la mozzarella veniva lavorata a mano, con latte di mucca e di bufala che brucavano le verdi erbette della Piana del Sele. Oggi, con le nuove tecnologie anche la mozzarella è cambiata. I macchinari hanno sostituito l’uomo nel ciclo di lavorazione della cagliata in mozzarella. Come ex casaro (mio primo mestiere) mi sia consentito citare le varie sagre della mozzarella a cui si aggiunse quella del formaggio pecorino stagionato o fresco, detto anche “toma” che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione casearia di Paestum e di tutto il Cilento. Ci sono della variazioni nella lavorazione, ma questo arricchisce la qualità del prodotto quasi sempre fresco di giornata ed inoltre curato con maggiore attenzione quando è destinato alla sagra del paese.  La Sagra nel Cilento rappresenta un momento di coesione eterogenea sia per la gastronomia (mozzarella e ricotta di bufala, caciocavallo di mucca, formaggio fresco, detto anche toma, oppure stagionato, di pecora o di capra). Sia ben chiaro che oltre ai formaggi, punti salienti di riferimento possono essere la sagra di Cannalonga con “la crapa vudduta” e di altri paesi come Stio e tanti altri paesi che offrono prodotti cilentani doc sd un prezzo accessibile a tutti anche in questo periodo di recessione economica. Dal punto di vista sociale rappresentano un momento di aggregazione tra comunità e razze eterogenee nel quale è probabile trovare l’anima gemella tra un canto antico ed una tarantella che comprende ritmi occidentali ed orientali. Ma il Cilento, giunti a questo punto, qualcuno si chiederà: ma dove sta… Nella partecipazione, nelle condivisione, nell’allegria di momenti di gioia, magari con canti, musica e balli che partono dal tramonto ed arrivano fino al mattino. Benvenuti al Sud. Si! Benvenuti in tutto il Cilento, ricco di storia, di amore, di solidarietà, ma anche di gastronomia. Per non parlare dei vini…

Catello Nastro

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