mercoledì 4 giugno 2014

GENERAZIONI

  1. GENERAZIONI
  2.  
  3. Prima di diventare nonno ero padre e prima ancora di essere padre ero figlio. Innanzitutto auguro a tutti i miei lettori di diventare padri e nonni nella serenità e nella tranquillità normale. Il ruolo di padre e di nonno, nell’antica civiltà contadina del Cilento, era qualcosa di sacro ed inoppugnabile. Oggi il sistema è cambiato … ma certamente non è cambiato il rispetto verso i genitori ed i progenitori. Nell’antica civiltà contadina del Cilento, come pure in molte altre, il nonno, anche se mezzo rincoglionito dall’età e dal lavoro nei campi, sedeva sempre a capotavola. E questo stava ad indicare il suo dominio morale sulla famiglia, composta talvolta non solo da tre generazioni, ma da una ventina di membri. Il nonno era il capo spirituale della collettività familiare. Anche se mezzo rincoglionito il suo parere contava … e come contava, in una sacralità arcaica di cui oggi si sono perdute le tracce. La famiglia, intesa nel senso di comunità collettiva, più o meno allargata, aveva una scala gerarchica che comprendeva nonni, padri, figli, nipoti ed in taluni sporadici casi anche pronipoti. Questo, naturalmente quando il capostipite diventava quasi centenario. Allora non esistevano centri sociali o case di riposo ed il nonno veniva accudito nella cascina, da tutta la famiglia, fino all’ultimo respiro. Oggi ci sono le case di riposo che dovrebbero sostituire la famiglia. Ma se si parte da questo banale preconcetto, si cade in un vicolo cieco dal quale è difficile uscirne. Il nonno è un essere umano, nato tempo addietro, diventato padre ed infine nonno, come capogruppo di tre o quattro generazioni. I suoi interessi sono il progresso della famiglia composta da figli, nipoti e talvolta pronipoti. Oggi il nonno viene confuso come un distributore di monetine frutto di un’antica pensione che, a causa della recessione economica, non permette grosse elargizioni verso le ultime generazioni, non sempre protese alla produzione quando alla consumazione di una pensione ridotta all’osso da una incalzante recessione globalizzata. Il nipote ed anche il figlio non possono essere sponsorizzati con assiduità dalla pensione o dai risparmi del nonno. E’ naturale che questo danaro non guadagnato dagli eredi col sudore della propria fronte verrebbe speso per motivi goderecci, sempre in agguato per le generazioni del terzo millennio. Quando poi si entra nel contesto delle dipendenze, il discorso assume maggiore drammaticità. Le vie d’uscita da percorrere sono tante: lo sport, la solidarietà, l’investimento produttivo ma lecito, l’arte, la cultura, la tecnologia di ultima generazione, le innovative gestioni artigianali e commerciali, o anche artistiche, inserite in un mercato sempre più rarefatto ed esigente, ma, comunque, aperto alle innovazioni. Il nonno al computer ed il giovani alla produzione agricola o artigianale di qualità, possono convivere in una vita simbiotica per il progresso sociale e per l’incentivazione al lavoro manuale, a cui molti giovani coraggiosi del territorio tendono, quasi sempre con successo per una migliore qualità della vita, una migliore qualità degli investimenti pubblici o privati, con una produzione valida e competitiva nel territorio ed oltre.
  4. Catello Nastro

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