giovedì 3 gennaio 2013


1 Gennaio 2013

Cari lettori

Cari lettori di questo blog. Mi propongo, innanzi tutto, di pubblicare un mio racconto, edito o inedito, ogni giorno di questo nuovo anno 2013. Naturalmente sono racconti che possono leggere grandi e piccini. Non solo per conoscere la storia di nonno Catello, ma anche per conoscere la vita che si svolgeva dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Percorrere questo itinerario, di circa settanta anni non sarà certamente facile. Sarà una sfida di un nonno di tre nipotini che cercherà di comunicare con le nuove generazioni attraverso il buon uso dell’informatica. Sono orgoglioso innanzitutto perché il messaggio arriverà – mi auguro – ogni giorno attraverso le pagine di questo blog i cui promotori ringrazio anche a nome di tutti i miei coetanei che non possono permettersi il lusso di pagare il sito a pagamento ed anche il web master. Non che si tratti di persone degne della minima stima. perché operano in un settore dove ci sta poco da guadagnare, ma anche perché sono persone disponibili di aiutare gli anziani a comunicare attraverso il mondo informatico. Arrivare a settantadue anni con la mente lucida ( o abbastanza) e comunicare le esperienze di vita ai giovani è un compito arduo ma non difficile. Basta la salute, un poco di buona volontà ed il ricordo di essere stato un professore, impiegato statale, che ha dedicato molti anni della propria esistenza per insegnare. Ma non insegnare la grammatica, l’analisi logica o grammaticale, ma insegnare innanzitutto il significato di vita inserita in un contesto sociale che nessuno ne può fare a meno. Ed incominciando la sua carriera e trovandosi di fronte a ragazzi di scuola media provenienti da ogni parte d’Italia, immigrati con famiglie disagiate, ha cercato di coordinare le forze e le culture regionali per arrivare a mete che forse nemmeno lui si aspettava. La mia carriera scolastica è stata travagliata. Mi sono laureato nel famoso ’68, ma in verità ho partecipato poco alle rivolte studentesche anche per il mio spirito moderato. Affermo sempre che sono andato in Piemonte ad insegnare, ma il Piemonte mi ha insegnato molte cose. A Torino ho avuto l’onore ed il privilegio di conoscere Paolo Otelli, un giovane inchiodato su una sedia a rotelle  che mi ha insegnato cosa significa la parola “solidarietà”. E per quello che ho potuto, mi sono adoperato per portare avanti il progetto del mio grande amico, scomparso, Paolo Otelli. Ho conosciuto persone di ogni genere, buoni e cattivi, ma la mia vita, forse per vocazione predestinata, era dedicata ai giovani. Adesso che ho settantadue anni, mi è venuto alla mente di raccontare singoli episodi della mia esistenza, esperienze e prospettive di vita, progetti campati in aria per la riconversione morale dell’individuo, giovane in particolare modo, a cui dedico tutti gli scritti di questo blog. “ I racconti di nonno Catello”, tra realtà e fantasia, dovrebbero servire a qualcosa, questo è il mio auspicio. Se non serviranno a nulla, significa solamente che ho fallito nel mio intento. Ma non sarebbe comunque la prima volta. Spesso mi è capitato di partire da un punto e non arrivare ad un altro punto. Spesso di non arrivare proprio a niente. Lascio ai giovani lettori la possibilità di critica e di giudizio, anche negativo. Ma comunicare oggi è facile attraverso il mezzo informatico, ma nello stesso tempo è difficile per la grande quantità e la grande confusione che esiste nell’informazione, portata avanti non a fini educativi ma a fini commerciali, politicizzati,, di parte, in mala fede, da persone non certamente qualificate per non dire, addirittura deviate. Questo è il mio progetto. Un racconto al giorno, un progetto arduo ma che spero di concludere – provvisoriamente – alla fine del 2013. Ma senza porre limiti alla Provvidenza. Il tutto è dedicato ai giovani ed a quanti vorranno degnarmi della lettura. Le critiche, quelle costruttive, sono ben accette per migliorare la programmazione futura. Nell’augurare a tutti un Felice e Prospero anno 2013, vi lascio alla lettura. Grazie.
Nonno Catello
– classe 1941.


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