giovedì 17 gennaio 2013

GUARDIAMOCI ALLO SPECCHIO


GUARDIAMOCI ALLO SPECCHIO

Come si usa fare con l’automobile o il motorino - ogni tanto si fa la revisione dal meccanico – cioè si controlla lo stato di salute del nostro mezzo di trasporto. Nel mentre per curare il veicolo si va dall’elettrauto o dal carrozziere, per curare il corpo umano si va dal medico della mutua, ci si ricovera in ospedale o in clinica, si va dallo specialista. Ci sono gli specialisti delle auto e quelli per gli esseri umani. E’ logico che chi buca una gomma chiama il gommista e chi ha male ai denti chiama il dentista. Ogni tanto ognuno di noialtri esseri umani ha bisogno di “controllare” quelle parti del corpo che ci procurano dolori e preoccupazioni. Una parte importante del nostro insieme di carne ed ossa, ha bisogno di medici con nuove specializzazioni. Lo psichiatra, lo psicanalista, lo psicologo, che servono a curare il comando generale delle nostre azioni: il cervello. Nuove figure professionali che potremmo definire “paramediche”, in particolare modo per i “motori vecchi”, gli anziani, insomma, stanno assumendo nel campo del volontariato e della solidarietà, una enorme importanza per la loro opera di prevenzione, che non conosce orario di lavoro, difficoltà, parcelle. I Centri Sociali, l’AVIS, la Croce Rossa, la Caritas, il Centro di Aiuto alla vita, le Comunità parrocchiali, la Bachelet, l’Azione Cattolica, per citarne solamente alcune, funzionano ad Agropoli per le classi meno abbiente, a basso reddito e per gli immigrati. Senza alcuna discriminazione di razza o di religione. Anche il territorio del Cilento, come tutti gli altri, è attraversato da piste pericolose. L’alcol, la droga, il bullismo, il teppismo, il vandalismo, le cosiddette bravate giovanili, la prostituzione, il lavoro nero, lo sfruttamento del bisognoso, una politica sovente claudicante ed interessata, che crea i troppi ricchi o i troppo poveri, lo sfruttamento dissennato del territorio, l’inquinamento ed una corruzione tremenda. La vita nel Cilento, a dire la verità, è di un livello di civiltà e di convivenza comunitaria abbastanza buona. Certamente potremmo stare meglio se si tornasse alla riscoperta dei valori degli antichi padri che scacciarono i Borboni. Il valore della vita comunitaria è imprescindibile. Anzi bisogna riscoprire i lati migliori dell’esistenza umana proiettata in una comunità che ha degli interessi comuni. Il rispetto della vita, propria ed altrui, sta alla base di tutto il ragionamento. Una società civile e solidale potrebbe e dovrebbe collaborare a questo progetto. Il fallimento di un imprenditore qualsiasi potrebbe anche dipendere da un sistema fiscale iniquo, ingiusto, quasi barbaro. Migliorare se stessi significa anche migliorare la società. Un’ultima considerazione sull’informatica e su internet. Fatene buon uso: per migliorare gli altri e se stessi.

Catello Nastro

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