IL
PASSATO AGLI STORICI
IL
PRESENTE AI POLITICI
IL
FUTURO AI FIGLI
Il passato, la cosiddetta storia,
è giusto che venga affidata agli storici. Quelli preparati che conoscono
popoli, eventi, minuziosi fatti avvenuti secoli or sono ed ora rievocati, quasi
riesumati, dagli scritti di eruditi ricercatori, volgarmente definiti topi di
biblioteca. Le ricerche che vengono effettuate nel campo della geografia,
dell’archeologia, grazie anche a strumenti di recente invenzione che riescono a
leggere dove non riesce la conoscenza umana, diventano patrimonio culturale
dell’umanità. Un popolo senza storia non ha ragione di esistere o di essere
esistito nel corso dei millenni. Il presente, purtroppo, nelle sue variegate
affermazioni e nelle sue amletiche soluzioni, appartiene ai politici. Politici
che sono stati eletti democraticamente in competizioni elettorali gestite in
maniera onesta, più o meno, ma comunque democraticamente. “’E sorde azziccano
‘mmano!!!”, recita un vecchio detto napoletano, e fatti del genere se ne
leggono a diecine ogni giorno su giornali e riviste “indipendenti”, ma non
troppo, perché favoriscono questo o quel candidato disponibile,
finanziariamente, verso una pubblicità elettorale sovente ingannevole o comunque
non veritiera. A questo punto se un contesto storico del passato può essere
messo in discussione, figuriamoci in che maniera può essere manipolato un
programma, iniziato dai padri e che forse vedranno i figli: almeno in maniera
ridotta. L’invenzione delle primarie assume, nel contesto socio-politico
medio-basso un aspetto enigmatico di difficile comprensione. I fatti hanno
dimostrato la fragilità dell’innovazione che sovente crea più confusione che
ordine. Quando nella politica entra pure il cabaret, si gioisce per la
raggiunta democrazia, ma nello stesso tempo si pensa ad una
spettacolarizzazione della politica che se da un lato schiarisce il panorama
politico, dall’altro lo oscura proprio perché il votante acculturato
medio-basso, non riesce a capire se l’attore sta tenendo una commedia o una tragedia. In un “mixer” siffatto di
solito si applaude, ma poi, tornati a casa, si pensa: era una farsa o una
tragedia? Dopo aver trattato del passato, del presente, non ci resta che
parlare del futuro dei nostri figli. La parola “recessione”, non fraintendete,
mi raccomando…è sulla bocca di tutti, o, per meglio dire, di molti paesi ed in
particolare modo di quelli dell’euro…Un bel nome: non c’è che dire.
Catello
Nastro
agropolicultura.blogspot.com
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