venerdì 4 gennaio 2013

SCUSANTE. NON HO CAPITO BENE!!!


Ricordi della scuola elementare
di oltre mezzo secolo fa.

SCUSATE. NON HO CAPITO BENE!!!


Si tratta di una frase che, forse, la prima volta l’ho pronunciata due terzi di secolo fa, quando frequentavo le scuole elementari. Allora era difficile pronunziarla. Quasi un divieto. La maestra era ultrasessantenne, nata addirittura nella seconda metà dell’800, e doveva badare ad una classe di oltre quaranta bambini, tra cui molti discoli, come si usava con delicatezza indicare lo scugnizzo napoletano, categoria sociale della quale facevo parte io che, dopo varie vicissitudini sono passato alla categoria pensionati. Io mi trovavo in una classe solo maschile, mentre quelle femminili si trovavano nell’altra ala dell’ edificio e che uscivano dalle aule  in orario diverso per evitare “incontri ravvicinati” che “illo tempore” non potevano avvenire, perché troppo giovane, ed adesso non possono avvenire perché troppo vecchio o anziano che dir si voglia. I metodi didattici erano diversi da quelli di oggi. Ci sono alcuni insegnanti che usano il computer in classe. Allora l’innovazione didattica fu quando la maestra, prima delle feste di Natale portò la tombola con le cartelle ed un sacchetto di granoturco per segnare i numeri estratti. Chi faceva il terno vinceva cinque arachidi, la quaterna una caramella, la cinquina un cioccolatino, la tombola la cotognata che era un parallelepipedo di marmellata dura fatta con le mele cotogne. Le contestazioni avvenivano e spesso si arrivava alle mani. Vinti e vincitori, allora, venivano puniti con la spalmata. Che cavolo era? Una riga di legno che serviva:
1)    Per disegnare le figure geometriche col gesso alla lavagna;
2)    Per sbatterla sulla cattedra ed imporre il silenzio;
3)    Per grattare la schiena…fino al fondo, della maestra. Compito che svolgeva da sola.
4)    Per fare la “spalmata”. In parole povere l’alunno colpevole di qualche reato (sic!) porgeva il palmo della mano, di solito la destra, e la maestra la sbatteva con forza sul palmo della mano dello sventurato che non aveva portato i compiti svolti, aveva dimenticato il sillabario o il quaderno a casa, oppure aveva fatto rovesciare il calamaio con l’inchiostro a terra, rompendolo e sporcando il pavimento che veniva lavato ogni mese.
5)    In casi gravi la riga poteva percuotere le parte basse posteriori del discente colpevole di un reato più severamente punibile.
Pensate che se oggi una insegnante facesse una cosa del genere, come minimo verrebbe denunciata.  A  distanza di oltre mezzo secolo, questa domanda la puoi fare:
1)    Al comune quando i vigili ti comunicano l’importo di una contravvenzione per divieto di sosta.
2)    In Banca quando delicatamente ti fanno capire che interessi sul tuo miserabile deposito sono diminuiti mentre sono aumentate le spese del conto.
3)    Quando il commercialista ti comunica la cifra dell’IMU.
4)    Quando ti comunicano l’ultimo importo della pensione.
5)    Al mercato, quando ti comunicano che i broccoli sono aumentati del cinquanta per cento.
Ed allora pensi: che me ne importa basta che ci sta la salute…Ma quando vai a fare controlli o cure con la salute e ti portano la parcella salata, ti scappa spontaneo, anche se hai capito bene:” Scusate non ho capito bene!!!”.

Catello Nastro

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