Ricordi della scuola elementare
di oltre mezzo secolo fa.
SCUSATE. NON HO CAPITO
BENE!!!
Si tratta di una frase che, forse, la prima volta l’ho
pronunciata due terzi di secolo fa, quando frequentavo le scuole elementari.
Allora era difficile pronunziarla. Quasi un divieto. La maestra era
ultrasessantenne, nata addirittura nella seconda metà dell’800, e doveva badare
ad una classe di oltre quaranta bambini, tra cui molti discoli, come si usava
con delicatezza indicare lo scugnizzo napoletano, categoria sociale della quale
facevo parte io che, dopo varie vicissitudini sono passato alla categoria
pensionati. Io mi trovavo in una classe solo maschile, mentre quelle femminili
si trovavano nell’altra ala dell’ edificio e che uscivano dalle aule in orario diverso per evitare “incontri
ravvicinati” che “illo tempore” non potevano avvenire, perché troppo giovane,
ed adesso non possono avvenire perché troppo vecchio o anziano che dir si
voglia. I metodi didattici erano diversi da quelli di oggi. Ci sono alcuni
insegnanti che usano il computer in classe. Allora l’innovazione didattica fu
quando la maestra, prima delle feste di Natale portò la tombola con le cartelle
ed un sacchetto di granoturco per segnare i numeri estratti. Chi faceva il
terno vinceva cinque arachidi, la quaterna una caramella, la cinquina un
cioccolatino, la tombola la cotognata che era un parallelepipedo di marmellata
dura fatta con le mele cotogne. Le contestazioni avvenivano e spesso si
arrivava alle mani. Vinti e vincitori, allora, venivano puniti con la spalmata.
Che cavolo era? Una riga di legno che serviva:
1)
Per
disegnare le figure geometriche col gesso alla lavagna;
2)
Per
sbatterla sulla cattedra ed imporre il silenzio;
3)
Per
grattare la schiena…fino al fondo, della maestra. Compito che svolgeva da sola.
4)
Per
fare la “spalmata”. In parole povere l’alunno colpevole di qualche reato (sic!)
porgeva il palmo della mano, di solito la destra, e la maestra la sbatteva con
forza sul palmo della mano dello sventurato che non aveva portato i compiti
svolti, aveva dimenticato il sillabario o il quaderno a casa, oppure aveva
fatto rovesciare il calamaio con l’inchiostro a terra, rompendolo e sporcando
il pavimento che veniva lavato ogni mese.
5)
In
casi gravi la riga poteva percuotere le parte basse posteriori del discente
colpevole di un reato più severamente punibile.
Pensate che se oggi una insegnante facesse una cosa del
genere, come minimo verrebbe denunciata.
A distanza di oltre mezzo secolo,
questa domanda la puoi fare:
1)
Al
comune quando i vigili ti comunicano l’importo di una contravvenzione per
divieto di sosta.
2)
In
Banca quando delicatamente ti fanno capire che interessi sul tuo miserabile
deposito sono diminuiti mentre sono aumentate le spese del conto.
3)
Quando
il commercialista ti comunica la cifra dell’IMU.
4)
Quando
ti comunicano l’ultimo importo della pensione.
5)
Al
mercato, quando ti comunicano che i broccoli sono aumentati del cinquanta per
cento.
Ed allora pensi: che me ne importa
basta che ci sta la salute…Ma quando vai a fare controlli o cure con la salute
e ti portano la parcella salata, ti scappa spontaneo, anche se hai capito
bene:” Scusate non ho capito bene!!!”.
Catello Nastro
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